Sulla caccia tardo autunnale appena terminata riportiamo un articolo pubblicato lunedì 21 dicembre dal GdP a firma di Nicola Mazzi.
I cacciatori al Cantone:«Quel Piano è da rivedere»
La caccia tardo-autunnale che si è conclusa a metà dicembre non ha visto il raggiungimento del Piano cantonale di abbattimento. Se infatti il piano prevedeva la cattura di 965 cervi, i cacciatori ticinesi sono riusciti a prendere 413 capi, di cui 186 femmine adulte. Una differenza tra le indicazioni cantonali e la concretizzazione del piano, che è diventata ormai un’abitudine degli ultimi anni. Per comprendere le ragioni abbiamo sentito il vicepresidente della Federazione dei cacciatori ticinesi Marco Viglezio. «Quest’anno le catture sono state inferiori della metà di quelle messe a preventivo dall’Ufficio caccia e pesca. A mio giudizio sono due le ragioni che stanno alla base di questo risultato. Da un lato, in queste settimane, abbiamo vissuto una situazione meteorologica molto particolare. Senza la neve è stato più difficile catturare i cervi perché sono rimasti ad alta quota».
Ma la seconda ragione è ancora più importante per Viglezio. «D’altro lato il piano di abbattimento che ogni anno viene pubblicato è troppo alto. E in sostanza noi lo giudichiamo sbagliato, oltre che inutile ». In che senso? «Il Cantone tiene conto solo dei conteggi primaverili. Essi sono certamente importanti e possono essere utilizzati come tendenza, ma non possono essere il solo elemento sui quali basarsi per elaborare il piano degli abbattimenti». Secondo Viglezio, infatti, «occorrerebbe conteggiare anche l’evoluzione delle catture e quella dei danni. Mi spiego. Se diminuiscono i danni provocati dai cervi, significa che, con ogni probabilità, la popolazione non è aumentata e quindi il numero dei capi abbattuti è sufficiente». Un altro fattore che occorrerebbe tenere presente riguarda la condizione fisica degli animali (femmine adulte), che peggiora se gli effettivi continuano ad aumentare. Tutti fattori che, al contrario del Ticino, nei Grigioni e in altri Cantoni sono tenuti in considerazione». Le cifre parlano chiaro. Come si può osservare dal grafico sottostante, negli ultimi anni il Piano delle catture è sempre stato molto superiore agli abbattimenti effettuati. Quest’anno siamo arrivati vicino alle 2.000 unità. Circa un cervo a cacciatore. «E noi lo consideriamo un buon risultato, anche perché non sono animali semplici da catturare». Viglezio auspica una revisione del Piano di abbattimento per il 2016. «Così alto non serve a nessuno e, anzi, mina la credibilità di chi lo elabora». In conclusione le soluzioni sono due: o si abbassa il piano oppure si aumentano i mezzi messi a disposizione dei cacciatori, con regolamenti più permissivi.
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