top of page

Si torna a parlare di lupi



Mentre dalle nostre parti la stampa segnala la probabile presenza di un lupo in Leventina in seguito al ritrovamento di alcune carcasse di ungulati consumate da carnivori, nella vicina provincia del Verbano-Cusio-Ossola la diatriba attorno al ritorno dei grandi predatori riaccende gli animi degli opposti fronti (vedi sotto l'articolo apparso sulla Regione del 28.2.2012). Mentre continua la battaglia fra i fautori che idealizzano in modo positivo la reintroduzione del lupo, e gli oppositori che prospettano danni, inutili costi e pericoli, la cronaca di questi giorni ci annuncia la morte di un camionista cinquantenne aggredito da otto cani in Toscana. Viene spontaneo chiedersi: ma se otto cani attaccano e sbranano una persona, possibile che i lupi non costituiscano nessun pericolo per le persone, come vorrebbero tranquillizzarci gli esperti nostrani? Forse che il lupo del terzo millennio sia molto diverso dal suo antenato che attaccava e predava persone nell'Italia settentrionale nei secoli scorsi? Per chi fosse interessato a saperne di più, consigliamo la lettura del libro di Mario Comincini L'uomo e la "bestia antropofaga", ed. Unicopoli, frutto dello studio di archivi comunali e parrocchiali di diversi Comuni lombardi e piemontesi nel periodo dal  XV al XIX secolo, con tanto di date, nomi e cognomi delle vittime, nonché dei medici che ne hanno  descritto e attestato la causa di morte.

La Regione Ticino 28.2.2012

Pastori del Vco contrari alla reintroduzione del lupo nelle Alpi Pro Natura replica: ‘Allarmismi senza fondamento’. Attesa l’autopsia su un esemplare A.P. Il lupo divide e la diatriba tra chi vorrebbe rivedere le Alpi ripopolate dal grande predatore e gli allevatori, potrebbe finire in carte bollate. Nei giorni scorsi la federazione nazionale italiana Pro Natura aveva annunciato « dure prese di posizione e denunce alla Commissione europea per il tentativo di strumentalizzare il malcontento di una parte del mondo della pastorizia, grazie all’opera di disinformazione condotta da progetti come Pro past ». Pro past sta per Pro pastori. Si tratta di un nutrito gruppo di persone che non vorrebbero vedere il lupo neanche in cartolina. Pro Natura sostiene che l’associazione diffonda « notizie allarmanti e prive di fondamento grazie a risorse pubbliche. La loro opera rende vani gli sforzi e gli stanziamenti concessi dall’Unione europea alla Regione per tutelare il lupo, aumenta i conflitti con le comunità locali e legittima il bracconaggio ».

Di diverso avviso Gesine Otten, allevatrice ossolana che aderisce a Pro past: « Noi non facciamo nessuna battaglia d’informazione. Sono loro che invece di chiamarsi Pro Natura farebbero meglio a definirsi pro censura. Le nostre richieste sono precise e circostanziate ». Le elenca: « Quando il guardia caccia sa della presenza di uno o più lupi deve informare il sindaco perché possa avvisare allevatori e pastori. Dovrebbero anche fornire ai media le foto fatte sulle verifiche degli animali sbranati ». Continua: « Non ci stupisce la reazione di Pro Natura: il nostro progetto sta provando a dar voce a chi non ha i mezzi economici e neppure il tempo di farsi sentire ». Pro past opera in diversi modi. Un esempio: « Alcuni volontari intervistano allevatori e pastori sul tema, pubblicando le interviste su YouTube, realizzando siti ad hoc, dando voce a chi pensa che sostenere il lupo equivale a buttar via soldi ». Otten fornisce alcuni dati: « Nel 2011 si sono registrati in Piemonte 198 attacchi da parte di canidi di cui 155 certamente di lupi che hanno sbranato 382 animali da allevamento, 25 bovini, un cavallo, il resto pecore e capre. Per ciò, il ripopolamento del lupo nelle Alpi per noi è un progetto irresponsabile ».

Intanto al servizio di tutela faunistica della Provincia del Vco stanno ancora aspettando il responso delle analisi del Dna, da tessuti prelevati a gennaio in sede di autopsia, dalla carcassa di un animale ritrovato a Vogogna, probabilmente un lupo date le caratteristiche dell’esemplare. Un altro esemplare sarebbe stato avvistato sulle alture di Re e in Valle Maggia, nei mesi scorsi. Se confermati, i casi di lupi conclamati sarebbero due. Più volte i veterinari della Provincia hanno sostenuto che ad abbattere capre e pecore in zona, siano cani selvatici, non lupi.

18 visualizzazioni
bottom of page